Il buon insegnante si sforza di portare i discepoli al suo livello, non di scendere al livello dei discepoli.
L’Alighieri non ha scritto in volgare per essere letto dal popolo, ma per conferire al volgare una dignità letteraria.
Rendere popolare Dante è un falso problema
e un’ingannevole promessa.
La Divina Commedia non è un canovaccio per gli show, ma un testo per lo studio, la riflessione, il godimento estetico.
Non basta commuovere con espedienti analogici (gesti e uso della voce) per trasferire la sublime letteratura dantesca (pensiero, lingua e poesia)!
Per comprendere un linguaggio è necessario apprenderlo.
“Il Dante di Benigni” è un inganno: è la docenza nelle mani dell’incompetenza.
Senza contare che “Il Dante” è solo di Dante!
O Dante o Benigni!
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