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Non riesco a convincermi che in Italia non ci siano più scrittori di qualità, al punto che ignobilmente abbiamo bisogno di candidare al Nobel per la Letteratura comici e cantanti, con la prospettiva di doverci vergognare di fronte alla storia. La realtà è che, con molta probabilità, la scrittura di valore è soffocata dalla “Ragion di Mercato”, che tende a premiare qualunque deforme rigo, ma di taglio “popolare”, o di “affermata firma”, celebre non per elevata qualità di prosa o di poesia, quanto per indegni moventi legati alla visibilità mediatica, con inevitabile rovina della sfera letteraria, in particolare, e del livello culturale in generale, se è vero che il medesimo parametro governa ormai ogni settore del Sapere e dell’Arte. Continua a leggere→