Filippo Canci (1948-2019)
Curriculum in fase di costruzione

 

 

 

 

Lettera ad un carissimo amico estinto 

Caro Filippo,
non ho l’indirizzo del tuo riposo, ma forse abiti le pianure sconfinate senza intemperie e senza tetti, dove non c’è numero civico che contrassegni l’uscio sulla strada, ma ci sono i sentieri del sentimento e del sangue invisibile che conducono il pensiero ai pensieri degli affini, l’anima alla singola anima, su infinite tracce perennemente battute dai flussi che corrono dai vivi ai defunti, dall’immaterialità alla materia. Non so, ma sento un movimento che va e che ritorna, quella celeste corrispondenza del poeta di Zante per cui si vive con l’amico estinto / e l’estinto con noi, per quanto io sia lontano dal tuo sepolcro. Ci sono tombe che non hanno pietre e le cui lapidi sono incorporee superfici su cui di volta in volta mutano le epigrafi, attraversando il ventaglio dei moti che riconducono alla vita smarrita. Nessuno mai renderà al sole i tuoi sogni, per sempre addormentati e lontani da ogni risveglio che non si affacci in chi amasti e ti amò e ancora guarda con gli occhi del pensiero la tua immagine vagante sulle scene illusorie dell’anima.

Amato
Gennaio 2021

Opere inedite
Katà ten tou khronou tàxin 
(Secondo l’ordine del tempo, poesie)
In ricordo del Professor Francesco Nicolosi (Articolo di giornale)

 

 

 

 

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