ALL’UNICA DONNA UNICA

Maria Luisa Zabeo 1967

*  *  *  *  *  *  *

Il verde screpolato
delle valli
diceva
che saresti partita,
e il silenzio
che lasceranno i tuoi occhi
quando si spegneranno.

Ci lasceremo,
come dopo un incontro
breve ed intenso,
per avere nel cuore
il rimpianto
di non esserci fermati.

                    Sulmona, 7 Agosto 1968

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Delicato,
come il bacio della luna
sulla prima oscurità
del golfo,
angelo biondo
trasparente di sera,
guardavi
con gli occhi del cielo
l’infinità.

                    Vasto, 8 Agosto 1968

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Se tutti questi sogni
l’estate mi brucerà,
se l’autunno
stormirà una solitudine
che non conosco
e cadranno
foglie più morte,
se questi miei pensieri
moriranno,
lontana sarà
questa luce di lampare
perdute
sulla notte del mare.

                    Chieti, Agosto 1968

___________

Pensieri che non conoscevo
afferro per te
ai margini
di un tempo senza volto;
parole d’acqua
compongo con la pioggia
che scioglie il silenzio…
e la solitudine
nasce così,
mentre penso
senza pensare,
stupito di certi momenti
che passano nell’anima.

                    Chieti, 20 Dicembre 1968

___________

I giorni
dentro questi fossati
diventano sere;
ogni sera
i giorni non esistono più
dentro queste pieghe nere
di acqua
sparsa di melma verde.

Quando ti vengo incontro,
quando non so
se sia più vasta la campagna
o il silenzio,
ad ogni passo
lentissimo,
ad ogni pensiero,
c’è il tonfo leggiero
improvviso
delle rane,
o l’abbaiare
di un cane…
Ci sono io
che ripeto il tuo nome
all’aria che si stupisce:
ci sei tu,
lontano,
con i capelli
stretti nel fazzoletto
e gli occhi
ad ogni curva della strada.

I giorni
piangono dentro i fossati,
ogni sera,
quando voglio vederti
ed ho paura
- perché m’innamoro
ogni sera -
ho paura di perderti.

                    Aprile 1969

___________

C’è sempre
una goccia di luna
nei tuoi occhi,
e un attimo di stelle
vissuto
tra rami lunghissimi
di pioppo.

                    Padova, 11 Aprile 1970

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Canto d’amore

- Chi appoggiò sulle tue labbra
il segno rorido e gonfio
dell’alba
e nei tuoi occhi appena
l’azzurro che orla
un fiore di pesco?

- Io guardo e non so niente
del colore dei miei occhi,
parlo ed appena sento
che le mie labbra si toccano.

- Chi diede al tuo viso
il primo vento
di viole?

- Ho visto le viole
tingersi e svanire
in certi giorni di primavera
ed ho incontrato il vento
ladro di profumi.

- Chi sparse nei tuoi capelli
polvere di spighe?

- Il grano di giugno, a volte,
sembra un mare d’oro
inquieto, senza riva…

- Ma i tuoi occhi
fioriscono
ed il tuo viso nasce
ad ogni sguardo…
ed il tuo corpo è pane
per la mia fame.

- Io vivo e non so niente
che tu mi chiedi…
però, se parli,
mi nasce un desiderio
di abbandono…
ti aspetto
come la pioggia del cielo
ed il lampo.

- Ma io non so
perché ho pensato
d’essere tutto
e mai te…
Chi ti fece
così diversa
ch’io fossi spinto a cercarti
oltre me?

- Vivere è bello così,
anche senza sapere!
…però, se parli,
mi nasce un desiderio
di fecondità.
Ti aspetto
come la pioggia del cielo
ed il lampo,
desiderio e terra
per la vita che continuerà.

               23 Marzo/17 Maggio 1979

 

Maria Luisa Zabeo - 19 ottobre 2008

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