Pensano come noi
Di seguito riportiamo alcuni pareri di persone note e meno note che la pensano come noi. Ogni documento è corredato di link o dell’indicazione della fonte da cui è stato tratto.
Se lo desideri, nel blog del nostro sito puoi esprimere il tuo pensiero sul tema in questione, che, in caso di particolare rilevanza e se ci autorizzi, potrà essere pubblicato in questa pagina. Ricordati di inserire il tuo nome nel commento, altrimenti il tuo contributo non sarà accettato. Grazie.
La pensa come noi Franco Zeffirelli
Il Giornale – 19 novembre 2007“Basta con le pagliacciate. Vietate a Benigni di recitare Dante”
“Dovrebbe esserci un istituto per proteggere i classici
dai mascalzoni che se ne impossessano”“Benigni è stato furbo, l’ha studiata bene.
Ha saccheggiato Sermonti
e tutto lo studio fatto da quel grande filosofo della poesia.
Poi ha rimpasticciato tutto…”
(Quotidiano.net)“È come far cantare Verdi a uno senza voce.
Non è in quel modo che si aiuta la diffusione
e la comprensione dell’opera.
È un lavoro da lasciar fare a Sermonti
o ad Albertazzi che sono di un altro spessore culturale”“Ha trovato l’oro rispolverando Alighieri”
“Benigni è un fenomeno da baraccone,
ha stravolto Dante invece di interpretarlo”“Benigni trionfa grazie ad un clima culturale compiacente
ed ammiccante”“…non riesco ad essere falso e ad allinearmi
alla moda del momento: boccio Benigni su tutta la linea”
(Corriere della sera.it)
La pensa come noi Vittorio Sermonti
Il Giornale – 19 novembre 2007“Il suo modo di attualizzare Dante è divertente
ma non si possono dire spiritosaggini e cose un po’ ovvie
per adescare il pubblico.
Questo non è un buon servizio fatto al Poeta
e nemmeno agli ascoltatori”“Credo che il pubblico esca dallo spettacolo di Benigni
uguale a quando c’era entrato e pensando che Dante
sia attualissimo e anche un po’ fessacchiotto”
La pensa come noi Franco Cardini
Il Giornale – 19 novembre 2007“Benigni in realtà recita Benigni che recita Dante:
non si preoccupa certo dei problemi filologici”
La pensa come noi Vittorio Sgarbi
“Benigni… dice solo cose senza senso
in una lingua ridicola e legge male Dante”
(Maxsomagazine)“Uno che prende un miliardo per un’ora è immorale!”
(Giornalettismo)
La pensa come noi Antonio Socci
“Sermonti ha ragione, ma dipende solo da Benigni
o anche dal suo pubblico
che non si lascia mettere in discussione?”
(Il Blog di Antonio Socci)
La pensa come noi Ernesto Siciliano
“Roberto Benigni… una Commedia poco Divina”
(format.blogosfere)
La pensa come noi Padre Raniero Cantalamessa
“Benigni ha lanciato un messaggio che potrebbe risultare
micidiale per i giovani e che va rettificato. In appoggio al suo invito a non aver paura delle passioni, a provare la vertigine dell’amore anche nel suo aspetto carnale, egli ha citato la frase di Agostino che dice a Dio: ‘Dammi la castità e la continenza,
ma non ora’ (S. Agostino, Confessioni, VIII, 6,17). Come se prima bisognasse provare tutto e poi, chissà da vecchi
quando non costa più fatica, praticare la castità…”
(N.B.: tranne queste considerazioni, non condividiamo del tutto
il pensiero del Cantalamessa sulla performance di Benigni)
(omelia)
La pensa come noi Stefano Adami (giornalista)
“Povero Dante, chi l’avrebbe detto che tra i mille suoi destini
ci sarebbe stato anche quello di essere usato e unghiato
dal comico toscano, lacerato e ridotto a costume, a bordone, per il suo ulteriore successo, per la sua glorificazione?
Recitando – si fa per dire – Dante per i quattro cantoni, dicendolo con l’aria furbetta di chi ha infinocchiato tutti, invadendo il mondo con le sue speculazioni dantesche, Benigni…”
(ragionpolitica.it)
La pensa come noi Nicolò Mineo (Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia – Catania)
“Siamo dinanzi a un fenomeno di banalizzazione,
perché il testo diventa interscambiabile col Pinocchio di Collodi o qualcosa del genere; dinanzi alla tragicità assoluta di un’opera come questa
che parla dei destini eterni, credo che la maniera di approccio di Benigni,
cioè il trovare anche elementi di comicità là dove Dante non intendeva metterli,
oppure elementi di commozione, di sentimentalismo
che non sono nella Divina Commedia,
può avere un effetto di divulgazione e al tempo stesso di deviazione”
(Dante e il linguaggio delle anime defunte – Catania 2007)
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